Arrampicata

L’arrampicata di cui parliamo in questo sito si svolge su vie di più tiri in terreno d’avventura, grandi classiche e percorsi dimenticati. Incontreremo diversi ambienti, dalle falesie quasi urbane agli itinerari d’alta quota con avvicinamento su ghiacciaio. Parleremo perlopiù di vie ben attrezzate o almeno con soste sicure.

Data la grande varietà degli itinerari invitiamo a prestare particolare attenzione non solo alle difficoltà della via ma anche alla eventuale complessità dell’avvicinamento e della discesa.

La roccia, prevalentemente granitica, presenta comunque caratteristiche assai differenti a seconda della zona: dalle fessure del Massicio del Monte Bianco e della Valle dell’Orco alle placche compatte della Bassa Valle e del Canavese.

Tutte le relazioni che troverete in questo sito sono state elaborate dalla Guida Alpina Gianni Lanza, che con la sua decennale esperienza è profondo conoscitore (talvolta apritore) di questi itinerari.

Le zone

Chamonix e Aiguilles Rouges

Arrampicata oltralpe sulle Aiguilles Rouges

Alta Valle d'Aosta e Monte Bianco

L'arrampicata d'alta quota sul Massiccio del Monte Bianco

Bassa Valle d'Aosta

Dalle falesie più frequentate ai luoghi più intimi, inediti, quasi segreti

Valle dell'Orco

Il granito severo della Valle dell'Orco

Canavese

Le prime falesie: la Val Chiusella e il Canavese

[…] Se non si aprissero vie di difficoltà superiore a quelle esistenti, dire quinto al posto di sesto grado non sarebbe di certo un progresso, ma solo un cambiamento di etichetta. C’è chi non l’ha ancora capito, e le sue relazioni tecniche potrebbero essere lette come dei capolavori umoristici, se non fossero invece dei mediocri esempi di maldestra malafede

Tratto da: George Livanos, Al di là della Verticale, CDA & Vivalda Editori, Borgo San Dalmazzo, 2006

La gradazione: vecchie valutazioni, confusioni ed errori originali

La scala UIAA, che valuta la difficoltà dell’arrampicata su roccia, fino a circa metà degli anni Settanta è stata chiusa al VI superiore, definito come il passaggio dove il miglior alpinista con le migliori condizioni del terreno si trovava al proprio limite.
Successivamente con l’evoluzione dell’arrampicata si è deciso di aprire la scala verso l’alto, per evitare, come succedeva, di comprimere sempre di più le valutazioni verso il basso; ad esempio alcune vie di Messner valutate allora di V+ ora sono valutate 6c.Sono molteplici gli elementi fuorvianti che portano a numerosissime interpretazioni nella conversione da scala UIAA a scala francese. Il primo consiste nel fatto che all’inizio degli anni ’80 arrampicare tirando i chiodi era considerato normalissimo. Alcune relazioni riportavano ad esempio:
salire il diedro 15 metri IV, 3 chiodi
dove questi chiodi erano intesi anche come appigli. Oggi nello stesso passaggio, affrontato veramente in libera, ci si trova ad utilizzare 3 ottimi appigli in meno e questo ne cambia decisamente la difficoltà.Non dimentichiamo anche che fino agli anni Settanta per arrampicata libera si intendeva la salita senza corda o senza alcuna protezione.Con l’arrivo della scala francese la conversione con la scala UIAA è risultata sfalsata soprattutto a partire dal V- e ciò ha creato un’ulteriore grande confusione. Facendo qualche ricerca si trovano addirittura diverse interpretazioni della conversione stessa.In ogni caso un V+ (grado non banale) equivarrebbe ad un 5a. Sovente, in particolare nella valutazione di monotiri, questi gradi sono considerati facili, mentre in realtà in questo sito, che mantiene un legame col passato, il V+ è un grado difficile, anche considerando che percorriamo vie di più tiri, con protezioni a volte distanziate e non sempre recenti, che invitabilmente determinano il grado obbligatorio e condizionano psicologicamente la difficoltà.
In questo sito valuteremo le vie in modo laico senza dogmi ne pregiudizi, tuttavia si tratterà sempre inevitabilmente di un’interpretazione soggettiva.

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