Chandelle du Tacul – Via Bonatti-Tabou

Chandelle du Tacul - Via Bonatti-Tabou

La Via Bonatti-Tabou alla Chandelle du Tacul è tra le classiche più belle dei satelliti del Monte Bianco. Questo itinerario segue tutta la prima parte della via che Walter Bonatti aprì con Roberto Gallieni nel 1960, per raggiungere la cima con gli ultimi due tiri della Via Tabou, aperta da Michel Piola e Pascal Strappazzon nel 1988.

Questa combinazione segue una serie di logicissime e talvolta faticose fessure su roccia compattissima da urlo. La via risulta quasi integralmente da proteggere, ad eccezione di qualche chiodo e qualche friend incastrato: le soste al contrario sono ottime a fix.

La Bonatti-Tabou è indubbiamente una via imperdibile dei satelliti, ma senz’altro da non sottovalutare.

Dafne su L0 (tratto di Ligne Blanche), da qui si traversa decisamente a destra per raggiungere la sosta di partenza della Via Bonatti

Curiosità storiche

L’apertura di questa via comportò a Bonatti e Gallieni un bivacco in parete il 3 e il 4 agosto del 1960. 

Bonatti stesso, nel suo schizzo che riportiamo di seguito, scrive che di aver attaccato il 3 agosto alle 5:15 scalando tutto il giorno (con un pranzo alle 14:00) fino alle 21:00, ora del bivacco. Il giorno successivo i due riprendono la scalata alle 6:15 ma un temporale li coglie alle 12:00. Raggiungono comunque la cima entrambi alle 14:30. La discesa era un tempo molto più complessa poichè avveniva nel canale di destra (viso a monte).

Gli appunti di Bonatti sull'apertura della via
Dafne sul traverso a sinistra di L1

Zona: Monte Bianco, Mont Blanc de Tacul, Chandelle du Tacul

Quota partenza (m s.l.m.): 3466 m (Punta Helbronner), 3350 m circa l’attacco della via

Quota vetta (m s.l.m.): 3561 m

Apritori: Walter Bonatti, Roberto Gallieni nel 1960 per la Via Bonatti, Michel Piola e Pascal Strappazzon nel 1988 per la Via Tabou – prima invernale Giorgio Bertone e Ruggero Pellin il 18 e 19 gennaio 1967 – prima solitaria Marco Giordano

Sviluppo: 245 m

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali e cunei

Esposizione: sud

Difficoltà: 6b+, 6b obbl.

Note: a nostro avviso, la via è da considerarsi interamente da proteggere. Chi vuole percorrere questo itinerario deve avere buona padronanza nell’utilizzo di protezioni veloci, anche molto piccole (vedi alla voce protezioni presenti)

Protezioni presenti: alla data della nostra ripetizione (31/07/2024) lungo tutta la via abbiamo trovato presenti 9 protezioni di cui 4 vecchi chiodi e 5 friend incastrati 

Equipaggiamento: ramponi e piccozza per l’avvicinamento, friends Z4 B.D. 0 – 0.1 – 0.2 doppi, due serie di friend C4 B.D. dallo 0.3 al 2, friend C4 B.D. 3. I friend piccolissimi ed eventuali nuts piccoli sono indispensabili, poichè molte fessure, soprattutto sulla Tabou, sono piuttosto piccole ed altrimenti improteggibili.

Accesso: da Courmayeur salire in funivia a Punta Helbronner

Avvicinamento: da Punta Helbronner oltrepassare il Col Flambeaux e seguire la traccia che costeggia l’Aiguille de Toula e scendere per circa 150 metri. Qui proseguire verso sinistra lungo la traccia che porta verso la parete nord della Tour Ronde, quindi piegare un po’ a destra verso il Grand Capucin: raggiunto il grande piano proprio sotto il Capucin piegare verso sinistra oltrepassando il Trident du Tacul e raggiungendo quindi la Chandelle du Tacul. In vista dell’evidente parete, portarsi alla sinistra del canale ed in breve raggiungere la terminale ove attaccano le vie. Ore 1,00 – 1,30 a seconda delle condizioni.

Gianni in uscita su L4
Dafne sul breve traverso di L5

Relazione

A seconda delle condizioni della terminale e del canale si hanno le seguenti alternative d’attacco.
 
L0A (Ligne Blanche): salire una larga fessura, 6a, che conduce ad un terrazzo con sosta su 2 fix con anelli da calata da collegare, 10 m. Qui può essere comodo lasciare il materiale. Proseguire lungo un diedro fessurato abbattuto che conduce ad un resinato, moschettonato il quale si traversa decisamente a destra raggiungendo la prima sosta della Via Bonatti, sosta con catena, 30 m
 
L0B (canale + Ligne Blanche): come per L0A ma evitando la prima larga fessura, aggirando essa dal canale per traversare sopra la terminale al terrazzo con sosta su 2 fix con anelli da calata da collegare, 10 m. Qui può essere comodo lasciare il materiale. Proseguire lungo un diedro fessurato abbattuto che conduce ad un resinato, moschettonato il quale si traversa decisamente a destra raggiungendo la prima sosta della Via Bonatti, sosta con catena, 30 m (soluzione da noi adottata)
 
L0C (canale): oltrepassata la terminale, salire il canale fino a raggiungere sulla sinistra la prima sosta della Via Bonatti, sosta con catena, 30 m
 
Da qui si procede per l’itinerario originale.
 
L1 (Bonatti):  traversare verso sinistra su cengetta fino a reperire una piccola fessura con un chiodo, 5a, salirla e tenere sempre la sinistra superando un bombamento, 5b, proseguire su bel diedro interrotto da un piccolo tetto, 5c, da cui si esce a sinistra su bella lama, 5c, sosta su 2 fix da collegare con maillon, 35 m
 
L2 (Bonatti): salire l’evidente diedro faticoso, 6b+ (3 friend incastrati), uscire e reperire la sosta su terrazzo leggermente a destra, sosta da calata, 20 m
 
L3 (Bonatti): salire la fessura leggermente vegetata a sinistra della sosta (non ingaggiarsi nella fessura immediatamente sopra la sosta che appartiene a Ligne Blanche), 5c/6a faticoso, fessura che lungamente conduce ad una bellissima grande lama rovescia che permette un’aggiramento a destra, 5b (allungare le protezioni), salire quindi nuovamente (1 friend incastrato) su sistema di fessure e maniglie, 5c poi 5b, sosta da calata, 40 m
 
L4 (Bonatti): salire il diedro sopra la sosta, 5c, quindi sfruttare una vaga cengetta per spostarsi a destra su un sistema di fessure (2 chiodi) che si sale con passi tecnici, 6a+, proseguire sempre su bel diedro che conduce leggermente a destra ad una terrazza (1 chiodo), 5c, sfruttare una serie di fessure laterali che conducono con bellissima arrampicata, 5b, alla sosta su 2 fix da collegare, 45 m
 
L5 (Bonatti): traversare orizzontalmente a sinistra, 5b, sosta su 2 fix con anelli di calata e 1 fix di partenza, 10 m (qui la Via Bonatti prosegue ancora in traverso per raggiungere una fessura strapiombante dietro lo spigolo)
 
L6 (Tabou): salire la celebre scaglia che inaspettatamente offre buoni appigli, 6b, raggiungere un piccolo bombamento che si supera faticosamente, 6b+, quindi affrontare una piccolissima fessura più appoggiata della precedente ma decisamente più ostica e difficile da proteggere, 6b+, sosta su 2 fix con anelli di calata e 1 resinato, 35 m (tiro che richiede decisione al primo di cordata)
 
L7 (Tabou): affrontare la fessura sopra la sosta con leggero andamento verso destra che con passaggi tecnici, 6a, conduce ad un terrazzo da cui sulla sua destra si sale per raggiungere con le mani una cengetta orizzontale con la quale si traversa a sinistra (allungare le protezioni), 5c, proseguire lungo un diedro camino con andamento leggermente verso destra fino ad un secondo terrazzo, da cui si prosegue su bellissimo diedro, 5b poi 5c, giungendo sulla piccola cima ove sono presenti due fix distanziati e appena oltre il margine la sosta da calata, 40 m (eventualmente è possibile spezzare il tiro allestendo una buona sosta su friend sul secondo terrazzo per evitare il tiraggio delle corde)
 
Discesa: in doppia lungo la via, quindi a Punta Helbronner per traccia di accesso.
Dafne sulla splendida lama di L7 di Tabou
Gianni in uscita sull'ostico secondo tratto di L7 di Tabou
Dafne sugli ultimi metri della via, a destra imponente il Grand Capucin
Felici seduti sulla piccola cima della Chandelle du Tacul
Felici seduti sulla piccola cima della Chandelle du Tacul

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Foto-relazione

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Per questo itinerario puoi fare campo base al Camping Du Parc a Morgex (AO)

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