Grand Capucin – Via degli Svizzeri
Grand Capucin - Via degli Svizzeri (uscita su O Sole Mio)
La Via degli Svizzeri al Grand Capucin è la grande classica di questa cima, la più evidente ed enorme guglia di roccia eccezionale, indubbiamente uno tra i più bei satelliti del Monte Bianco che svetta sul Ghiacciaio del Gigante: poche volte oggi si riesce a percorrere il canale per raggiungere direttamente l’attacco originale, bensì è molto più comune attaccare nel punto più basso della parete e, con lunghi traversi ed ascese sui punti deboli del vago sperone Sud si raggiunge la partenza originale della via. Da questo incredibile viaggio su uno dei graniti più belli del mondo risultano 500 metri di sviluppo con un’arrampicata libera di rara bellezza.
La via è così chiamata perchè dal 24 al 26 luglio del 1956, gli svizzeri Claude Asper, Marcel Bron, Mario Grossi e Marcel Morel aprirono questo itinerario, oggi forse il più ripetuto dell’intera parete. Essendo l’uscita originale piuttosto complessa, l’itinerario più classico segue un breve sistema di fessure che permette di uscire sulla celebre placca di O Sole Mio, aperta da Michel Piola e Pierre-Alain Steiner nel 1984, per poi raggiungere la cima con tratto più appoggiato.

Curiosità storiche
Il Grand Cap, oggi gremito di moltissime vie anche di difficoltà estrema, fu salito per la prima volta nel luglio del 1924 da Adolphe e Henri Rey con Louis Lanier ed Enrico Augusto: essi salirono alla Brèche du Grand Capucin ed attaccarono la parete da Ovest portandosi una pertica di legno di 10 m per superare un primo tratto strapiombante e di camini lisci, issandola più volte e fissandola con barre da mina, proprio come fecero Laurent Grivel, Arturo Ottoz, Osvaldo Ottoz e Albino Pennard sull’Aiguille du Père Eternelle. Fu poi Walter Bonatti e Luciano Ghigo tra il 1950 e il 1951 a superare direttamente la verticalissima e compatta parete Est.

Zona: Monte Bianco, Mont Blanc de Tacul, Grand Capucin
Quota partenza (m s.l.m.): 3466 m (Punta Helbronner), 3350 m circa l’attacco della via
Quota vetta (m s.l.m.): 3838 m
Apritori: Claude Asper, Marcel Bron, Mario Grossi e Marcel Morel, dal 24 al 26 luglio del 1956 per la Via degli Svizzeri – Michel Piola e Alain Steiner nel 1984 per la Via O Sole Mio
Sviluppo: 510 m in totale, di cui circa 200/220 m per raggiungere il primo tiro della via originale, 200 m circa per la Via degli Svizzeri e gli ultimi 110 m circa sulla Via O Sole Mio
Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali e cunei per la Via degli Svizzeri, dal basso con qualche fix e protezioni mobili per O Sole Mio
Esposizione: sud, sud-ovest
Difficoltà: 6b, 6a+ obbl.
Note: la lunghezza dell’itinerario e la necessità di proteggersi richiede molta decisione e sicurezza. Considerare bene le tempistiche poichè ci si muove su una parete molto complessa e di grandi dimensioni
Protezioni presenti: tutte le soste sono ottime a fix inox. Lungo i tiri presente qualche fix lungo i primi traversi, un paio di chiodi tradizionali sullo sperone sud per raggiungere l’attacco originale. In via qualche chiodo tradizionale (al massimo un paio per tiro) e qualche friend o nut incastrato. Tre fix e un friend incastrato sulla placca di O Sole Mio (L8)
Equipaggiamento: ramponi e piccozza per l’avvicinamento, una serie di friends B.D. C4 fino al 2 ed eventualmente qualche nuts
Accesso: da Courmayeur salire in funivia a Punta Helbronner
Avvicinamento: da Punta Helbronner oltrepassare il Col Flambeaux e seguire la traccia che costeggia l’Aiguille de Toula e scendere per circa 150 metri. Qui proseguire verso sinistra lungo la traccia che porta verso la parete nord della Tour Ronde, quindi piegare un po’ a destra verso il Grand Capucin e dirigersi sotto l’imponente parete Est. Ore 1,00 – 1,30 a seconda delle condizioni.





Relazione




Per questa via abbiamo utilizzato il materiale GRIVEL:
- Casco Mutant
- Imbraghi Trend Harness Trend Black e Trend Rainbow
- Rinvii Sport Stealth
- Assicuratore Master Pro
- Moschettoni Plume Nut K3N
- Zaino Radical Light 21
Foto-relazione

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